ASSEMBLEA PUBBLICA sull'EMERGENZA PROFUGHI: il resoconto della serata.

Tanta partecipazione, dubbi e domande, alle quali i relatori hanno dato risposte e informazioni soprattutto in tema di rischio sociale e sanitario.

RESOCONTO DELL'ASSEMBLEA PUBBLICA DI GIOVEDI' 11 GIUGNO 2015 SUL TEMA: EMERGENZA PROFUGHI A ROMANS.

Si è svolta ieri sera davanti a moltissime persone l’Assemblea pubblica informativa sul tema dei profughi e dei richiedenti asilo e sulla gestione dell’emergenza che ha colpito il paese di Romans. Presenti a fianco del sindaco Davide Furlan, il Consigliere regionale Diego Moretti, il professor Gianni Cavallini dell’Azienda sanitaria e in rappresentanza della Questura-uffico immigrazione l’Ispettore Capo Gianmauro Azzani.

La sala Galupin gremita di gente è sintomo che il tema è importante e giustamente sentito; sentito sia da chi in questi giorni ha interpretato l’emergenza con l’esigenza di intervenire e cercare di trovare soluzioni adeguate, sia da chi nutre preoccupazione o paura per la situazione venutasi a creare.

La “paura”, appunto, da più parti è stata evocata in tutte le sue declinazioni e la serata di ieri è servita ed aveva lo scopo di fornire informazioni utili per cercare di far meglio comprendere il fenomeno, ma soprattutto (senza la presunzione di dare risposte sulle vicende internazionali e sulle carenze dell’apparato mondiale ed europeo nella gestione del fenomeno migratorio) di spiegare quali azioni a livello locale si siano poste in atto.

“La paura per un qualcosa che non si conosce o comprende si può superare con la volontà di conoscere” è questo il concetto base utilizzato dal Sindaco Furlan, che ha illustrato in primis il perché del campo di prima accoglienza a Romans: dettato da necessità di tipo sanitario a tutela degli stessi profughi e da necessità emergenziali per evitare anche un impatto negativo sulla comunità, organizzando e gestendo la loro presenza.

Nessuno immaginava l’arrivo improvviso di 46 profughi a Romans, soprattutto con le modalità che si sono poi rivelate sulla base degli accertamenti svolti da Carabinieri: ovvero l’organizzazione di un trasporto di massa (si parla di almeno una settantina) attraverso il confine italo-sloveno che ha visto quale tappa conclusiva il tratto autostradale a confine tra Romans e Villesse.

Perché Romans? (domanda banale ma ovvia) Certamente non era la meta di queste persone, ma del gruppo una parte (46) si è incamminato verso il nostro paese e dopo alcune segnalazioni sono stati intercettati dai carabinieri del luogo e qui trattati secondo le misure previste nel caso. Prima identificazione, fotosegnalazione, consegna dei documenti necessari per lo svolgimento dei controlli sanitari e per l’eventuale domanda di asilo, e poi, non certo ultimo per importanza, assegnazione alla tutela del Sindaco dei minori presenti nel gruppo (21 inizialmente, 25 a seguito degli ulteriori controlli).

Altri hanno preso la direzione della regionale per Cervignano e in parte sono stati intercettati nei comuni udinesi a confine.

Questo evento, in ogni caso, non ha alcun collegamento con quanto emerso dalla stampa circa la possibilità che Romans possa essere sede di ospitalità di un contingente di richiedenti asilo sulla base di un protocollo d’intesa condiviso da ANCI, Regione, Prefetture e Comuni.

Su questo punto sono seguiti i chiarimenti sul contesto degli accordi presi a livello regionale (la materia dell’immigrazione è tema gestito nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni), supportati anche dalla presenza del Consigliere Moretti, e sugli obiettivi fissati: ovvero l’organizzazione del fenomeno attraverso lo schema dell’accoglienza diffusa e la creazione di centri di prima accoglienza (se ne prevedono 5 in tutta la regione e suddivisi in ogni provincia, in luogo dell’unico oggi presente a Fusine), per mitigare l’impatto del fenomeno e organizzarlo; in pratica ciò che è stato fatto in autonomia a Romans, ma su scala più ampia e coordinata.

Quindi, a seguito della prima accoglienza, la suddivisione dell’onere di ospitalità su tutto il territorio regionale ed in ogni Comune, in modo da ridurre l’impatto, consentire il miglior coinvolgimento e la migliore integrazione delle persone intenzionate a richiedere asilo, ma anche sgravare le aree confinarie, logisticamente le più colpite; una sussidiarietà dell’accoglienza accolta dalla gran parte dei Sindaci, che seguendo la linea tracciata da ANCI e Regione hanno sottoscritto -come detto - un protocollo d’Intesa con le Prefetture per dare avvio a questi obiettivi.

A riguardo è stato anche precisato che il Comune di Romans ha aderito al Protocollo, fornendo precise informazioni in sede di Consiglio comunale già l’1 dicembre 2014 (allora il Sindaco in tempi non sospetti aveva già parlato di “accoglienza diffusa”).

Si è trattato - ha aggiunto in ogni caso il Sindaco - della condivisione di un metodo, che si può realizzare nel momento in cui le soluzioni di accoglienza si possono realizzare con tutte le attenzioni del caso; tant’è, che il Comune non ha ancora sottoscritto alcuna convenzione attuativa del medesimo protocollo, in quanto, allo stato attuale, oltre a non sussistere strutture pubbliche adatte all’ospitalità, non vi sono neppure strutture private che abbiano confermato tale disponibilità. 

In questo senso, però, ovvero la disponibilità di strutture private, andrà la ricerca di soluzioni da parte di Prefettura e Comune, che a questo punto potrebbero anche riguardare i profughi già attualmente ospiti, qualora decidessero di rimanere in attesa degli esiti delle procedure di richiesta di asilo, ritenendola una scelta di civiltà, che se adottata da tutti sarà in grado di alleviare l’impatto sociale del fenomeno migratorio.

Al momento sono una trentina i comuni coinvolti su oltre 200 in regione, con i picchi di Tarvisio (200 solo i minori affidati al Sindaco tarvisiano), ovviamente di Gorizia e Gradisca.

ASPETTI SANITARI: Il professor Cavallini con competenza tecnica e anche una buona dose di umanità, ha poi relazionato il pubblico sul suo intenso lavoro al campo e sulle condizioni igienico-sanitarie degli ospiti di Romans: la disponibilità di docce e servizi igienici adeguati - ha riferito - è il primo ed indispensabile requisito per evitare malattie, in soggetti che a Romans si sono rivelati sani, ma che rischiano di ammalarsi al venire meno di tali condizioni e con il rischio di denutrizione.

Ecco che le misure adottate pur in via d’urgenza a Romans si sono rivelate adeguate allo scopo ed hanno anche consentito all’equipe medica della Croce rossa ed allo stesso dott. Cavallini per conto dell’Azienda sanitaria di operare da subito con gli accertamenti medici, completati nell’arco della stessa settimana corrente.

Escluso ogni caso di malattia, compreso il caso di scabbia annunciato in modo troppo allarmistico  dai media locali, ma non confermato dai riscontri medici.

Impatto nullo anche in tema di pubblica sicurezza, come ha confermato il referente della Questura, che sta monitorando costantemente le situazioni maggiormente critiche di Gorizia (con una novantina di profughi fuori convenzione accampati all’esterno) e di Gradisca, così come tutte le situazioni del territorio.

È emersa chiaramente anche tra il pubblico la questione della fragilità del sistema di controlli europei; questione da risolvere ma che nulla toglie al momento al problema contingente che il Comune si trova a gestire e sta gestendo, per il momento in autonomia, in futuro - si spera - in un quadro d’azione complessivo come prospettato anche dalla Regione. 

CAPITOLO MINORI: dei 46 profughi rinvenuti a Romans, 25 sono risultati essere minori, gran parte tra i 12 e i 16 anni; tre diciassettenni o ai limiti della maggiore età.

Come da previsioni di legge sono stati assegnati sotto la tutela del Sindaco e per loro è stata trovata una soluzione provvisoria ed adeguata di alloggiamento, in attesa di formalizzare entro i primi giorni della prossima settimana una soluzione definitiva presso strutture protette della regione (Mossa, Capriva e Trieste).

Allo stato attuale 5 minori sono alloggiati presso l’istituto di Villa Russiz a Capriva (dove lo stesso numero potrebbe trovare ospitalità definitiva), 7 erano alloggiati in Prefettura e successivamente presso il Collegio San Luigi di Gorizia, ma potrebbero anche essere trasferiti a Romans assieme ai 13 che (nei giorni scorsi ospiti a San Martino del Carso in una struttura di proprietà del Comune di Sagrado) da ieri sera e fino alla soluzione definitiva troveranno posto per la notte presso la palestrina della scuola elementare.

Per tutti loro, come detto, sono pronte ed in attesa del completamento delle pratiche burocratiche gli alloggiamenti in strutture idonee, quale priorità massima dell’azione del Sindaco e degli Amministratori locali,

Per tutti, minori e maggiorenni, in ogni caso sono stati e saranno garantiti nel corso delle giornate di permanenza l’accoglienza ed i pasti presso il campo sportivo di via Aquileia (dove continuano a pernottare solo i 21 maggiorenni), quale presidio per il mantenimento di un buon livello igienico-sanitario.

CAPITOLO COSTI A CARICO DEL COMUNE (domanda correttamente espressa dal pubblico): al momento il Comune di Romans non ha stanziato un solo euro per la creazione e l’assistenza al campo di prima accoglienza; tutto è stato realizzato grazie all’opera della Protezione Civile e all’aiuto di associazioni e di tanti volontari, oltre che alle donazioni di alimenti e beni di prima necessità che continuano a giungere dalla generosità di molte persone e enti.

Unici costi la messa a disposizione di acqua e luce nelle strutture del campo, assolutamente gestibili e ad impatto minimo per il bilancio comunale, e l’utilizzo della cucina della Pro Loco.

Per i minori, una volta assegnati alle strutture di destinazione i costi, pur se anticipati dal Comune di Romans saranno rimborsati dalla Regione al 100%, come previsto per i Comuni sotto i 15 mila abitanti.

Il ruolo del volontariato, della Caritas diocesana ma anche di molte persone del paese è e sarà fondamentale per il buon andamento dell’accoglienza. Il rapporto con la comunità si misura anche attraverso queste reazioni positive all’emergenza. Il Sindaco ha colto l'occasione per ringraziarli tutti.

Non sono mancate affermazioni forti, nel corso della serata, come era logico attendersi, ma nella maggior parte dei casi le domande trovavano fondamento nei dubbi e nelle preoccupazioni che normalmente sorgono in questi casi, ai quali i relatori hanno cercato di dare risposte chiare e precise.

Non mancheranno ovviamente sviluppi della vicenda e, come fatto in occasione dell’assemblea di ieri, convocata in temi strettissimi (a soli tre giorni dal rinvenimento dei profughi) rispetto alle necessità di gestione della prima fase dell’emergenza, non mancheranno informative periodiche attraverso i mezzi di stampa e attraverso gli altri strumenti a disposizione.

Sicuramente gli amministratori non parteciperanno alle discussioni, spesso dai toni e dai contenuti  discutibili ed impropri, sui social network o forum simili; saranno però giornalmente a disposizione per qualunque tipo di chiarimento e informazione risultando facilmente raggiungibili e garantendo una presenza il più possibile costante anche presso il campo, al fine di accogliere quanti (si spera molti) volessero vedere e capire ancora meglio la portata della vicenda, ma soprattutto conoscere in prima persona le persone che stanno dietro ai termini - nella migliore delle ipotesi - di immigrato, profugo, richiedente asilo.

Il resoconto della serata, sicuramente meno esaustivo della serata stessa, vuole essere un contributo all’informazione, che come detto potrà essere integrata e richiesta in ogni momento, seguendo però i canali ufficiali ed i toni più corretti.