"Via San Nicolò 30. Traditori e traditi nella Trieste nazista". Lunedì 25 gennaio, ospite di Casa Pasiani, lo scrittore Roberto Curci.

Lo scrittore e giornalista triestino presenta il suo saggio-inchiesta su uno dei capitoli più oscuri e drammatici della storia di Trieste, l’intreccio di relazioni e delazioni che portò alla cattura, alla deportazione e alla morte di quasi settecento ebrei triestini (solo in venti tornarono vivi dai lager).

 In occasione della Giornata della Memoria e per iniziativa dell'Assessorato alla Cultura, lo scrittore triestino Roberto Curci sarà  ospite a Romans, lunedì 25 gennaio  per presentare il suo libro "Via San Nicolò 30. Traditori e traditi nella Trieste nazista"

È una storia di sparizioni, questa. Sparizioni di persone che non volevano o non si aspettavano di dover sparire, sparizioni di persone responsabili delle sparizioni precedenti, sparizioni di persone che invece scelsero di sparire, per aver salva la vita o, all’opposto, per rifiutarla e sbarazzarsene. Una storia di fughe e di cacce, di simulazioni e dissimulazioni, di inganni e beffe, di benefiche o (molto più spesso) venefiche casualità. Una storia che, pur con le sue eccezioni, conferma l’amara, eterna diagnosi dell’homo homini lupus.

Una storia sbagliata, che coinvolge molti ebrei della comunità triestina e ha il suo centro simbolico in una casa di via San Nicolò (la stessa in cui abitò Joyce), dove si trovavano ad un tempo la libreria antiquaria dell’ebreo Umberto Saba e il laboratorio di sartoria dell’ebreo Grini, lontano parente di Saba. Un figlio di questo sarto, durante l’occupazione nazista, collaborerà attivamente a identificare e catturare molti suoi correligionari, poi deportati e uccisi. Attorno alle infami imprese dell’ebreo traditore, ricostruite anche in base alle risultanze processuali, ciò che Curci delinea è però una rete ambigua di legami, di corresponsabilità, di vigliaccherie, di reticenze e silenzi che avviluppa Trieste. Una storia che si vorrebbe dimenticare, e che tuttavia riveste uno straordinario valore esemplare.

L'evento si terrà alle 20.30 presso la suggestiva sede di Casa Candussi Pasiani

 Con Roberto Curci (giornalista, scrittore e  critico d’arte, che ha diretto per molti anni le pagine culturali del «Piccolo» di Trieste, ed ha ha pubblicato libri su Marcello Dudovich, su Joyce, sulle scrittrici triestine, ed è autore di romanzi e testi teatrali e radiofonici ) dialogherà la storica Silva Bon, Presidente del Centro Isontino di Ricerca e Documentazione Storica e Sociale "Leopoldo Gasparini" di Gradisca d'Isonzo.

Silva Bon (Capodistria, 1945) è presidente dell’Istituto Regionale per la Cultura Ebraica di Trieste e del Friuli Venezia Giulia e collabora da anni con l’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli – Venezia Giulia. Dal 2013 è pure  Presidente del Centro Isontino di Ricerca e Documentazione Storica e Sociale "Leopoldo Gasparini" di Gradisca d'Isonzo.
Studiosa di storia contemporanea, si è occupata con maggior continuità del problema dell’antisemitismo, della persecuzione razziale, e delle loro ricadute sulla realtà locale, regionale e del Nord – Est italiano (con lo sguardo allargato ai vicini paesi dei Balcani, Slovenia, Croazia, Grecia) negli anni Trenta e Quaranta del Novecento. Laureata in Lettere moderne presso l’Università degli Studi di Trieste, ha lavorato come borsista, presso l’Istituto di Storia della Facoltà di Lettere della suddetta Università. Ha insegnato, come professore di ruolo, le materie di italiano e storia in Istituti medi superiori di Trieste. All’inizio del 1998 ha ricevuto un incarico governativo, come consulente ricercatrice, presso la Commissione beni ebraici, presieduta dall’on. Tina Anselmi, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

E’ socia e membro del direttivo dell’Associazione deportati e perseguitati politici italiani antifascisti (ADPPIA) di Trieste, in quanto figlia di un deportato nei campi di sterminio KZ.
Ha collaborato ad una ricerca di gruppo, organizzato dal Centro di ricerca storica e documentazione “Leopoldo Gasparini” di Gradisca - Gorizia, di livello interprovinciale, sulla storia delle donne nel fascismo, Resistenza, guerra e dopoguerra a Gorizia e a Trieste. Ha lavorato con il gruppo “Cramàrs” (Tolmezzo) con una lezione sulla conquista della cittadinanza femminile tenuta nella sala della Provincia di Udine. Fa parte del Coordinamento femminile dell’IRSML di Trieste. Dal 2005 conduce “Lineamenti di storia e cultura ebraica” con Radio Nuova Trieste. Collabora attivamente con il dipartimento di Salute Mentale di Trieste, partecipando a corsi di formazione, convegni, presentazioni di libri, preparazione di progetti, nello specifico Progetto Donna Salute Mentale. Collabora con altre Associazioni femminili alla costruzione di un progetto “Casa internazionale delle donne". E’ stata nominata Presidente, quale capofila Luna e l’altra, nel progetto legato alla Casa internazionale delle donne. Sta lavorando ad una ricerca sulle donne che hanno attraversato l’ex Opp negli anni di Franco Basaglia.

 

Pubblicazioni

  • La persecuzione antiebraica a Trieste (1938 – 1945), Del Bianco, Udine 1972
  • Gli Ebrei a Trieste. 1930 – 1945. Identità, persecuzione, risposte, Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione – Libreria Editrice Goriziana, Gorizia 2000
  • La spoliazione dei beni ebraici nel Friuli – Venezia Giulia. 1938 - 1945, Assessorato alla Cultura di Gradisca – Istituto di ricerca e di documentazione “Leopoldo Gasparini”, Gorizia 2001
  • Le comunità ebraiche della Provincia italiana del Carnaro.Fiume e Abbazia (1924-1945), Società di Studi fiumani, Roma 2004
  • Testimoni della Shoah. La memoria dei salvati. Una storia del Nord Est, Centro Isontino di ricerca e Documentazione Storica e Sociale “Leopoldo Gasparini”, Gorizia 2005.

 

L'iniziativa è realizzata in collaborazione con le sezioni ANPI di Romans d'Isonzo e Villesse.