Venerdì 18 ottobre inaugurazione della mostra "Tra mostri e cavalieri. La vita nascosta degli oggetti nelle opere di Giuliano Cecone

Tra Mostri e Cavalieri: la vita nascosta degli oggetti

GIULIANO CECONE, ARTISTA PER CASO

Giuliano Cecone, nativo di Pieris, vive a Turriaco in provincia di Gorizia ed è un artista per caso. Fumettista in gioventù, poi artigiano per hobby, trova spunto per i suoi lavori durante le passeggiate sulle rive del fiume Isonzo: una radice o un ramo dall'aspetto inusuale, un sasso dal colore particolare possono ispirargli creazioni insolite, capaci allo stesso tempo di evocare creature degli inferi o immagini sacre. 
La sua straordinaria capacità di vedere forme nascoste, senza realmente manipolare la materia, ma semplicemente rivelandone una diversa esistenza, si esprime al massimo nelle singolari opere realizzate con oggetti di uso quotidiano, riciclati e trasformati in creazioni fantastiche. Proprio come un artista, che vede il mondo intorno a sé con occhi speciali, Cecone raccoglie, accosta, combina tra loro oggetti banali e comuni, decontestualizzandoli e facendoli rivivere in una nuova dimensione.
Se l'antologica, organizzata dalla nostra associazione ancora nell'agosto 2001 a Turriaco, aveva voluto valorizzare la sua esperta manualità con molteplici materiali, dalla latta dei vascelli al rame dei lavori a sbalzo, dalla tela dei dipinti, al legno delle sculture, un'evoluzione nel suo personale percorso artistico viene evidenziata nell'esposizione Tra mostri e cavalieri: la vita nascosta degli oggetti. Un'espressione artistica che è sintesi di creatività ed ecologia, una forma di ecoarte che da un lato si pone come riflessione critica verso il consumismo della società moderna, dall'altro sottolinea il legame con i mestieri della tradizione, contrapponendo la globalizzazione del nuovo millennio al mondo rurale dal quale proveniamo.
Ecco quindi che, in questa insolita mostra, protagonisti sono gli oggetti da recupero come marmitte bucate o sellini da bicicletta, oppure cose comuni come posate e maniglie, ma anche attrezzi agricoli, come badili e rastrelli o le vecchie pompe a mano per acqua. Trasfigurati in cavalieri con l'armatura o in arcieri indigeni, in mostri marini o in draghi sputafuoco, questi medesimi oggetti hanno conservato intatta la propria origine, acquistando però una nuova anima. Tra Don Chisciotte e Sancho Panza, tra chimere e fenici, le creazioni di Cecone sono il prolungamento ideale della vita degli oggetti e rappresentano un'audace incursione nell'arte contemporanea con le sue espressioni innovative ed involontarie. Queste opere sono anche l’approdo di un mondo concreto in una realtà fantastica, l’evoluzione dall’utile all’inutile, il passaggio tra funzionalità e creatività: i due momenti coesistono, mantenendo tra loro un rapporto strettissimo, in cui è lo spettatore, con la propria libertà interpretativa a stabilire la prevalenza dell’uno sull’altro, in una rielaborazione in cui causa ed effetto, prima e dopo, materialità ed astrazione, rimangono condizioni aperte dell’opera. L’artista si interroga sulla realtà dell’oggetto quotidiano, ne intuisce la potenzialità favolistica e la interpreta in una ricerca estetica non banale, accostando materiali, piegando lamiere, scolpendo il legno; allo spettatore è lasciata la scelta di farsi coinvolgere ed affascinare dal mondo fantastico in cui è proiettato o di riscoprire la memoria di quello che l’oggetto era stato. Una doppia lettura che molto ha a che fare con l’orizzonte di attesa individuale e sul rapporto che con questo l’opera stessa instaura, suscitando una reazione che quasi sempre è di sorpresa: artista e fruitore alimentano in questo modo, attraverso l’oggetto reinventato, una sorta di interazione in cui ogni suggestione scaturisce dalla effettiva capacità e volontà di liberare quanto di surreale è contenuto nel reale.

GRUPPO COSTUMI TRADIZIONALI BISIACHI

Il PRESIDENTE

Caterina Chittaro