1 MAGGIO 2020 Festa dei Lavoratori

Quello di quest’anno è un 1° maggio senza manifestazioni di piazza, senza sfilate, senza discorsi ufficiali e senza bandiere. L’emergenza in atto ci impone di rimanere a casa e la Festa dei Lavoratori, ancor di più in un momento così drammatico, diventa occasione di riflessione profonda sul senso stesso che al giorno d’oggi viene dato al lavoro. Oggi le scelte di politica economica sembrano sempre più slegate da quelle che sono le dinamiche della produzione, risultando al contrario sempre più vincolate alle logiche dei mercati finanziari.
Sono trascorsi 130 anni da quel 1° maggio 1890, prima giornata intitolata ai Lavoratori in tutto il mondo. L’idea di dedicare una giornata alla Festa dei Lavoratori nacque il 20 luglio 1889 a Parigi, al congresso della Seconda Internazionale. A quel tempo una delle rivendicazioni era “otto ore al lavoro, otto ore allo svago, otto ore per dormire”. La scelta di quella data fu simbolica: tre anni prima infatti, il 1° maggio 1886, una grande manifestazione operaia svoltasi a Chicago, era stata repressa nel sangue.
Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, le condizioni dei lavoratori, grazie alle lotte sindacali, non sono sicuramente più quelle di fine ottocento. Restano però estremamente attuali le rivendicazioni che già allora venivano portate avanti: sicurezza e dignità del lavoro, equità e diritti, uguale trattamento economico tra lavoratori e lavoratrici. Restando al solo tema della sicurezza, nel 2019 sono state più di 1000 le morti sui luoghi di lavoro, quasi tre al giorno, una strage silenziosa senza fine. Il tema della sicurezza sul lavoro è oggi più che mai centrale ed è direttamente e strettamente collegato a quello della precarietà.
Nel momento che stiamo vivendo, con una crisi senza precedenti causata dalla pandemia, tantissime sono le persone in difficoltà, senza lavoro, senza un reddito con cui sfamare i propri cari. Un doveroso pensiero di vicinanza va a tutte loro. Questa situazione sembra averci messo definitivamente di fronte ad una verità inconfutabile: nessuno si salverà da solo. L’economia di mercato lasciata a sé stessa, senza politiche forti che portino ad un riequilibrio delle risorse all’interno della società, non farà che produrre ciclicamente malcontento, nella migliore delle ipotesi, rivolte e guerre, nella peggiore.
Sta a noi saper cogliere oggi l’opportunità di uscire migliori da una situazione come quella attuale. Lo ha ricordato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con il suo invito a ripensare il nostro mondo, la globalizzazione e la digitalizzazione dell’economia visti come fenomeni da gestire in maniera virtuosa e non da subire passivamente. Perché il lavoro resta condizione imprescindibile di libertà, di dignità e di autonomia per le persone.
Concludo invitando ad accedere all’archivio storico sulla Festa del Lavoro della CGIL messo a disposizione online grazie all’iniziativa partita dalla CGIL di Bergamo, la zona più colpita dalla pandemia.
https://sites.google.com/view/ilnostromaggio/home-page

Buon 1° Maggio.

Il Sindaco
Davide Furlan