La terrazza di Praga

sabato 4 luglio 2009 – Corte di Casa Candussi-Pasiani

Con la: Compagnia teatrale “Palcoscenico” di Cividale del Friuli

Scritto e diretto da Giuseppe Passoni

Protagonisti: Giuseppe Passoni,  Martina Dlabajova, Dario Roiatti, Michele Gaggia e Raffaella Adani

Con il patrocinio del Consolato onorario della Repubblica Ceca
e la collaborazione del Circolo culturale Ceco di Udine

 

RASSEGNA STAMPA:

Praga 1968-1989. Due periodi storici che in modi diversi hanno cambiato la vita alla capitale dell’odierna Repubblica Ceca, allora capitale della Cecoslovacchia, che nell’epoca di partenza della vicenda, è protagonista con il suo leader politico Dubcek di quella che nella storia è nota come “primavera di Praga”. Invisa a Mosca, la primavera praghese viene soffocata dall’invasione dell’esercito sovietico, destinato a durare un ventennio. Fino, appunto a quel fatidico novembre del 1989, che la storia ricorderà per la caduta del muro di Berlino e il progressivo sgretolamento dell’intera cortina di ferro dei paesi del Patto di Varsavia. Sono questi i riferimenti storici in cui si muove la vicenda narrata nello spettacolo “La terrazza di Praga (…).
Il fascino ma anche la tormentata storia della capitale ceca vengono ripercorsi nell’incontro tra un giovane giornalista e una donna Boema, personaggi del racconto scritto da Giuseppe Passoni, regista e attore della compagnia teatrale “Palcoscenico” di Cividale, che ha per protagonisti anche Martina Dlabajova, Dario Roiatti, Michele Gaggia e la romanese Raffaella Adani. Lo spettacolo gode anche del patrocinio del Consolato onorario della Repubblica Ceca e della collaborazione del Circolo culturale Ceco di Udine.

SCHEDA DELLO SPETTACOLO 

La mattina del 20 agosto 1968, in un albergo della centrale piazza Venceslao di Praga, un giovane giornalista dilettante giunto dall’Italia ed una cinquantenne misteriosa donna boema, s’incontrano di nascosto; il ragazzo, in vacanza attratto dal clima di straordinarie trasformazioni che stanno accadendo nella capitale cecoslovacca dalla primavera del 1968,  vuole raccogliere le sue impressioni sugli avvenimenti a cui stà assistendo per i lettori del suo giornale, mentre la donna, grazie all’abbassamento della guardia del regime, vuole confidare in segreto al giovane la storia della sua vita, in modo che il ragazzo, meno sospettabile di un giornalista di professione, sia in grado di far conoscere ad ovest, le tragiche ed assai poco note vicende storiche che hanno determinato il corso della sua esistenza.

Così i due, per sfuggire alle microspie presenti nella stanza d’albergo occupata dal giovane ed ingenuo italiano, per iniziativa della donna si appartano, abbracciati come due innamorati sul terrazzo della camera che si affaccia su piazza Venceslao.

Durante quel lungo abbraccio, che turba non poco lo straniero, la donna evoca sussurrandogli all’orecchio, i tragici eventi che hanno determinato il corso della sua vita e quella della sua famiglia in una zona ad etnia mista ceco-tedesca nella regione dei Sudeti.      

Ben presto quel lungo abbraccio attrae l’attenzione dei passanti che, con battimani e fischi d’approvazione, svegliano i due dallo stato di sospensione spazio-temporale in cui erano caduti: la donna schiaffeggia il ragazzo e abbandona in fretta e furia la camera, invitando il giovane a lasciare al più presto il paese, ammonendolo sul pericolo di una nuova ed improvvisa tragedia in procinto di scatenarsi sulla Cecoslovacchia.

L’italiano, perplesso ma stregato dal presagio della donna, lascia immediatamente Praga ed in serata si corica in Austria, in una Gasthof nei pressi di Linz, subito dopo aver passato il confine con la Cecoslovacchia, giusto in tempo per apprendere dalla Radio le frammentarie ma terribili notizie che giungono da oltrecortina: le truppe del Patto di Varsavia hanno invaso il paese dei Boemi, dei Moravi e degli Slovacchi.

Non avrà più notizie di quella magnetica donna ceca sino ad una mattina del novembre 1989, quando, mentre la Radio annuncia la fine del regime comunista in Cecoslovacchia, il postino gli consegna un pacchetto proveniente dalla cittadina di Susiče, nei Sudeti, nel quale è contenuto un messaggio della donna che lo invita a non smettere mai di credere alle leggende.