Brundibar
Romans d'Isonzo, Mercoledì 06 giugno 2007 – Cortile ex Latteria ICEA, via Cividale
ore 21:00 - ingresso libero
Una favola per sopravvivere: la musica nella città ghetto di Terezin
opera in due atti tratta dal libretto di Adolf Hofmeister
Musiche di Hans Krása
Comune di Romans d'Isonzo - Assessorato alla Cultura
spettacolo curato da:
Teatrino del Rifo
Associazione Musicale Artemìa di Torviscosa
con il coro di Voci Bianche e Piccolo Coro, composto da:
Giovanna Aldrigo, Sarah Anania, Sara Baldassi, Marta Baldin, Alessia Battiston, Giacomo Battiston, Jessica Bavaro, Stefania Bertoldi, Samanta Bertoz, Chiara Borinato, Giulia De Lazzari, Anna De Piante, Valentina Devescovi, Giorgia Fabrici, Carlotta Festa, Gina Gaggiano, Alessia Gambacorta, Ambra Ietri, Elisabetta Livon, Erica Mondolo, Selina Mondolo, Elisa Morandin, Anna Morsut, Chiara Ongaro, Giorgia Ontani, Claudia Palumbo, Francesca Panizzo, Chiara Pellizzon, Anna Peloi, Marta Peloi, Elisa Perino, Sara Pitta, Chiara Polidori, Giulia Polidori, Debora Ranut, Angie Rinaldi, Sara Salzillo, Angelica Sculac, Federica Sesso, Rachele Sesso, Delia Stabile, Leonardo Stincone, Valentina Stincone, Elisa Tolloi, Silvia Tuniz, Michela Versolato, Luca Zamaro, Sofia Zamaro, Greta Zanfagnin, Sara Zocca
e l’Ensemble Strumentale:
Patrizia Dri pianoforte
Elena Paroni clarinetto
Sebastiano Titton flauto traverso
Andrea Valent fisarmonica
Luca Peloi chitarra
Mattia Martincigh percussioni
preparatore vocale: Barbara Di Bert
direttore del coro: Denis Monte
scenografia: Laura De Nadai, Samuel Buset
tecnico del suono: Cristiano Pittini - CT Sound
regia teatrale: Giorgio Monte, Manuel Buttus
BRUNDIBAR, LO SPETTACOLO
Nel 1941 a Praga il compositore Hans Krasa scrive l’operina per bambini Brundibar, per un concorso organizzato dal Ministero della Cultura e dell’Educazione della Cecoslovacchia; lo stesso anno Krasa viene arrestato, e internato a Terezin.
Sappiamo come quel campo, esaltato in un filmato voluto dal Ministero della Propaganda nazista dal titolo "Il Fuhrer dona una città agli Ebrei" come campo "modello" in cui gli ebrei sarebbero stati protetti dall’odio che li circondava (bugia che fu serenamente inghiottita da tutte le istituzioni, Croce Rossa compresa, in un sopralluogo che fecero il 23 giugno del ‘44), era in realtà l’anticamera dei campi di sterminio.
Costretti a mimare una vita "normale", gli ebrei di Terezin cercano nella cultura e nell’arte, e non nella sopraffazione per una sopravvivenza a tutti i costi, la forza di esistere, dando una lezione di civiltà al mondo.
Brundibar racconta la storia - metaforica - di due bimbi che sconfiggono un prepotente. E il ritmo ternario del valzer di Brundibar ("lento cantabile" in partitura) diventò l'inno dei prigionieri di Terezín, la colonna sonora di una residua speranza di libertà.
L’operina di Krasa, con la sua ingenua "moralité" viene messa in scena a Terezin, nel settembre del ’43 e replicata 55 volte. C’era già stata la ritirata di Russia e lo sbarco in Sicilia, l’impero di Brundibar scricchiolava, ma la sua ferocia era intatta. Nei mesi successivi quasi tutti gli interpreti e il compositore vengono "trasferiti" e uccisi.
Nell’operetta i bambini alzano gli occhi verso un aeroplano che vola, e sognano di volarsene via. Ma quell’aeroplano sorvola troppo tardi il campo di Terezin.
IL GHETTO DI TEREZIN
Terezin è una città della Cecoslovacchia che servì da ghetto tra il 1941 e il 1945, per circa 140.000 ebrei deportati dai nazisti dall’Europa Centrale ed Orientale.
A Terezin, su un’area che aveva contenuto in precedenza 6-7.000 abitanti, fu stipata, per ondate successive, una popolazione che raggiunse, nel 1942, 87.093 persone. I piani nazisti prevedevano un duplice scopo:
• trasferire gradatamente gli abitanti dal ghetto ai campi di sterminio;
• nascondere al mondo libero il fatto che la comunità ebraica europea fosse in procinto di essere sterminata, esibendo in maniera propagandistica Terezin come un "insediamento modello".
Quando,nell’ottobre del 1943, il governo danese chiese conto degli ebrei catturati a Copenhagen, le autorità naziste concessero una visita del Campo ai rappresentanti della Croce Rossa internazionale. Ma la visita potè avere luogo solo nella primavera dell’anno successivo: ai tedeschi serviva tempo per effettuare una eccezionale operazione di abbellimento del campo.
La Croce Rossa internazionale e due membri del governo danese visitarono il Campo il 23 giugno 1944 per circa tre ore, durante le quali la messa in scena del Campo modello sapientemente orchestrata funzionò alla perfezione.
LA MUSICA A TEREZIN
Musicisti professionisti e semplici dilettanti sfidarono l’iniziale proibizione di svolgere qualsiasi iniziativa artistica, pur di organizzare un’attività musicale all’interno del ghetto.
Si ha notizia di almeno due formazioni quartettistiche che iniziarono la loro attività clandestinamente perché sprovvisti di musica stampata. Questi musicisti copiavano a mano, o ricostruivano a memoria gli spartiti, su carta di pessima qualità, rischiando la vita.
Significativo fu l’allestimento dell’operina per bambini, intitolata "Brundibàr", composta e strumentata da Hans Kràsa. Questa fu l’unica opera lirica che poté essere rappresentata in forma teatrale, con scene e costumi.
L’operina venne replicata 55 volte e il livello dello spettacolo era tanto elevato, che Berlino mandò a Terezin una troupe cinematografica per girare un documentario di propaganda. In quell’occasione, "Brundibàr" venne rappresentata in un teatro vero e proprio. Finite le riprese tutti i membri dell’orchestra, i collaboratori, i bambini che vi avevano partecipato, vennero deportati ad Auschwitz.
I BAMBINI DI TEREZIN
Fra i prigionieri del ghetto di Terezin ci furono all’incirca 15.000 bambini, compresi i neonati. Erano in prevalenza bambini degli ebrei cechi, deportati a Terezin insieme ai genitori. La maggior parte di essi morì nel corso del 1944 nelle camere a gas di Auschwitz.
Nelle case operarono educatori e insegnanti prigionieri che riuscirono, nonostante le infinite difficoltà e nel quadro di limitate possibilità, a organizzare per i bambini una vita giornaliera e perfino l’insegnamento clandestino.
Sotto la guida degli educatori i bambini frequentavano le lezioni e partecipavano a molte iniziative culturali preparate dai detenuti. E non furono solo ascoltatori: molti di essi divennero attivi partecipanti a questi avvenimenti, fondarono circoli di recitazione e di canto, facevano teatro.
I bambini di Terezin scrivevano soprattutto poesie.