Longobardi a Romans
Tutto è cominciato nell'agosto del 1986, quando, durante l'escavazione per la costruzione della torre dell'acquedotto in località "San Zòrz" spuntò una lunga spada arrugginita, primo segnale di un'importante testimonianza del passato.
La scoperta archeologica più importante sul territorio comunale è avvenuta così, in modo casuale, e pochi potevano immaginare la sua entità. Sotto quel terreno a sud ovest dell’abitato romanese stava emergendo una necropoli di età alto-medioevale, riferibile alla popolazione dei Longobardi, notoriamente stabilitasi in queste zone, come lo dimostrano le altre, ben più note, testimonianze del Cividalese (città longobarda per antonomasia).
Da allora, la storia di Romans si è arricchita di un ulteriore prezioso tassello.
La grande necropoli alto-medioevale è stata considerata dagli esperti tra le più vaste d'Italia.
In sei campagne di scavo sono state portate alla luce oltre 250 tombe, tutte rivolte a sud-est, verso il sorgere del sole ed alla nuova vita ultraterrena, come tradizione delle genti longobarde.
Altre trenta tombe sono emerse nell'ultima campagna di scavo ne settembre 2007, portando il numero dei ritrovamenti a oltre 280.
Da esse sono emerse monili, fibule metalliche, spade, coltelli, cuspidi di lancia e di freccia, umboni degli scudi e altri oggetti di uso comune, oltre ai resti umani di uomini, donne, bambini e di antichi guerrieri, che a Romans probabilmente costituivano un distaccamento militare a difesa di un importante via di comunicazione.
Appartenevano a quelle prime tribù longobarde immigrate nel 586 dalla pianura ungherese a quella friulana, integrandosi con le popolazioni locali, come dimostrato dal ritrovamento di cimiteri comuni nelle nostre zone.
Attorno alla necropoli romanese si è anche concentrato l’interesse della locale associazione culturale e gruppo di ricerca “I Scussons”, che, con i suoi soci appassionati della storia locale, si è sin da subito dimostrata particolarmente attenta alla rivalutazione della scoperta.
I reperti sono attualmente esposti nei musei di Cividale del Friuli e di Aquileia, oltre che a Romans, dove l'Amministrazione comunale ha allestito uno spazio espositivo all'interno della sede municipale.
All'interno una mostra intitolata "I Guerrieri di San Giorgio", prima iniziativa espositiva di una serie che si vuole realizzare per dare visibilità alla scoperta archeologica.
Sul piano espositivo va anche ricordata la mostra realizzata nel 1989 a Romans, nell’antica Villa del Torre, quale segnale di riconoscimento per l’importante scoperta locale, e nel 1990 nella prestigiosa sede di Villa Manin di Passariano (UD).
Lo spazio espositivo in Municipio, inaugurato nell'ottobre del 2007, ed il più ambizioso progetto del Civico Museo della storia locale rappresentano i passaggi di una valorizzazione che l'Amministrazione comunale ha perseguito con grande caparbietà.
Lo spazio espositivo sulla necropoli longobarda
La necropoli longobarda, rinasce in una esposizione nella sede municipale.
Dalla necropoli allo spazio espositivo. La lunga storia della presenza longobarda a Romans d’Isonzo prosegue attraverso il progetto di uno spazio espositivo temporaneo che l’Amministrazione comunale ha inteso realizzare all’interno della sede municipale, grazie alla collaborazione della Soprintendenza ai beni archeologici e al contributo della Regione, dando, dunque, visibilità a questa pagina importante della storia locale nella principale sede istituzionale. Ciò in attesa di veder realizzato un altro progetto ancora più ambizioso, ovvero il restauro di Casa Candussi-Pasiani, edificio storico acquistato dal Comune per realizzarvi il nuovo Centro culturale comunale, che al suo interno annovera anche uno spazio museale dove dare ancora maggior risalto ai reperti ed agli studi della scoperta archeologica. Tutto è cominciato nell'agosto del 1986, quando, durante l'escavazione per la costruzione della torre dell'acquedotto in località "San Zòrz" spuntò una lunga spada arrugginita, primo segnale di un'importante testimonianza del passato. L’importante scoperta archeologica è avvenuta così, in modo casuale, e pochi potevano immaginare la sua entità. Sotto quel terreno a sud ovest dell’abitato romanese stava emergendo una necropoli di età alto-medioevale, riferibile alla popolazione dei Longobardi.
Da allora, la storia di Romans si è arricchita di un ulteriore prezioso tassello. La grande necropoli alto-medioevale è stata considerata dagli esperti tra le più vaste d'Italia: in sei campagne di scavo sono state portate alla luce oltre 250 tombe, hanno restituito monili, fibule metalliche, spade, coltelli, cuspidi di lancia e di freccia, umboni degli scudi e altri oggetti di uso comune, oltre ai resti umani di uomini, donne, bambini e di antichi guerrieri, che a Romans probabilmente costituivano un distaccamento militare a difesa di un importante via di comunicazione. Appartenevano a quelle prime tribù longobarde immigrate nel 586 dalla pianura ungherese a quella friulana, integrandosi con le popolazioni locali, come dimostrato dal ritrovamento di cimiteri comuni nelle nostre zone. Da subito attorno alla necropoli romanese si è anche concentrata l’attenzione della Soprintendenza per i beni archeologici, oltre a quella del Comune e della locale associazione culturale “I Scussons”, particolarmente attenta alla rivalutazione della storia locale. L’ultima importante campagna di scavo risale al 1993, ma nuovi scenari potrebbero riaprirsi proprio grazie al rinato interesse dovuto alla concretizzarsi del progetto espositivo una scommessa anche turistica di non poco conto per il Comune di Romans, che sarà degnamente accompagnato da una serie di ulteriori iniziative collaterali, quali conferenze, pubblicazioni e incontri didattici dedicati pure alle scuole.